lunedì 29 gennaio 2007

Uno,due...prova...prova...
Grazie a Pavel per il sostegno pubblicitario che mi sta dando, e grazie a tutti per sabato scorso....
Peccato solo per il riso che era un po' troppo al dente, ma se vi rimettete le scarpe con lo strappo vedrete che in un paio di giorni si risolvera' tutto.
Casomai, c'è sempre il blue-tornado..................o al limite, Geri Halliwell.

GRAZIE.

2 commenti:

____ ha detto...

Vorrei sottolineare la bravura di Mister Perfect, che ha interpretato in modo sorprendente la rotonda di Villimpenta appoggiandosi sui cordoli costruiti col duro lavoro del Pignandra

____ ha detto...

Diamo voce al calcio più vero: la storia del Materasso A.C. 2000 (prima puntata)

Correva l'anno 2000. Si profilava alle porte un'estate afosa e le menti più bruciate di Terranegra presidiavano con gioia i gradini della chiesa.
E fu proprio in questo contesto che nacque l'idea di partecipare al glorioso torneo di calcio a 5 locale, famoso per godere delle giocate spettacolari dei più forti campioni della Bassa.
Il lettore deve sapere che quando il torneo è alle porte, la località subisce una vera e propria trasformazioni. Di partite, schemi e talenti ne parlano un po' tutti ma, soprattutto, tutti diventano provetti Maradona ed anche il buon Mantoa può essere scambiato per il Fabio Capello della situazione. D'altra parte la qualità ha i suoi costi, si sa. E allora guardandoci piedi e tasche i saponi scoprirono di non avere né talento né grana.
Urgeva lo sponsor, quindi. 250mila lire non erano briciole. Ma chi volete che spenda il nome della propria azienda per campioni quali Muzzolon, Longhi ed Eddy Zamperlin detto Kosovo Adelaide Brudus the Babs Bery Bery Bebs?
Presto detto: accorrevano in nostro aiuto l'ingegner Zanardi che ci prestava una muta di magli arancioni fosforescenti degli anni ottanta - mai più restituite e quindi usucapite - e, soprattutto il nostro patron, Gianni Mella, che ci fornì la pecunia sull'unghia giusto in tempo per calcare il verde terreno.
La squadra era di quelle che faceva tremare il mondo, nel senso più cattivo del termine. Giocatori come Muzzolon potevano infatti essere visti, dalle mamme che accompagnavano agli appuntamenti serali i propri bimbetti, come un esempio vivente di cosa non bisogna fare da grandi: un mostro buono da esorcizzare.
Per fortuna che alle sue, nostre carenze ci avrebbero pensato le punizioni felpate di Alessandro Da Re, detto Saudade, che però, a sua volta, peccava in velocità e duttilità tattica.
PER IL RESTO DELLA STORIA..E DELLA SQUADRA VI DO APPUNTAMENTO ALLA PROSSIMA PUNTATA.

Fatta la squadra occorreva fare i giocatori, cementare lo spirito di gruppo.
Tutti in ritiro dunque, un ritiro di quelli alla Gaucci, senza fighe(non g'hè problema..) e altri fronzoli.
Scartata l'ipotesi Chatillon (troppo sole) e quella di Milanello, i materassi partono alla volta di "Casa Susa", il padrone, Susa appunto, è un gentile ospite che non permette proprio nulla ai bravi ragazzi saponi: non si può fumare, ruttare, scoreggiare, guardare pornazzi...Insomma niente è concesso, salvo poi lasciar distruggere la casa ai mitici Seguaci...C'è chi può e chi non può.
La prima sera Muzzolonis il greco vede una cosa strana e tonda che mai aveva visto o toccato: è un pallone. Non lo toccherà mai più nemmeno in partita.
L'albanese Kossovo si addormenta dopo pochi secondi: pare un macigno.
Lo spagnolo Pignatteros sostiene una preparazione tutta sua: l'esame di maturità.
Da prova delle conoscenze acquisite in 7 anni di Itis asserendo che il Giappone era a fianco degli States nella seconda guerra mondiale: il preparatore atletico Peotta si commuove a sapere che nella squadra c'è un ragazzo così colto e che non pensa solo alle gioie del football.
E così, la sera, invocando la pizza, Susa scende al Mundial e la porta calda agli atleti ormai stremati dall'intensa preparazione curata dal dottor Mario Marinoni.
Il Presidente Pietro Giusti arriva però a comunicare una brutta notizia: mancheranno nella prima partita lo slavo Dodovic nonché l'asso della squadra: il mitico Bove, infortunatosi in pista.
Si investono dunque maggiori sforzi ed anche i tifosi capiscono che devono aiutare il team del cuore. Lo faranno lanciando petardi e fumogeni nel campo cosicché Pavanello, l'arbitro in calzamaglia, sarà costretto a sospendere ripetutamente le partite. In quei brevi ma intensi minuti i materassi cercheranno invano di studiare nuove strategie confidando nelle intuizioni del brasiliano Saudade, nonchè di prendere fiato.
La prima partita è infatti un disastro: si perde 4 -1 con golasso di Pignatteros a riscattare la bandiera.
La seconda non va meglio; è coi corvazzi maledetti di terranegra. Sotto il diluvio si perde ancora di brutto.
Ma la vera Caporetto avviene con il Porto di Legnago, squadra capitanata da Stoppa: un 14 - 0 che non lascia scampo a nessuno. Il portiere Pietozu Pastorato cerca di far capire che bisogna stare calmi e, all'inizio del match invoca il catenaccio, ma né Longhi né Benatti riescono ad arginare le furie stopazzole.
Grande numero in finale di Kossovo che - pensando erroneamente che la palla fosse uscita - incanta sulla linea di porta un attaccante avversario lasciandolo di sasso.
C'è aria di maretta nel ritiro. E' nervoso Karkoff che durante la partita si fa pure espellere.
Ma il riscatto è lì vicino. Saudade si fa affiancare da Chieppe, futuro allenatore del Porto (quanti campioni nascono dalla Materasso A.C. 2000) e lancia il monito: noi siamo una grande squadra, ma dobbiamo mettercelo in testa!
Tutti sorridono e corrono a bersi una birra, poi un'altra e un'altra ancora: rigorosamennte triplo malto, quella di Vincenzo dell'Eden.